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Devitalizzazione dentaria

Devitalizzazione dentaria
27 gen, 2022
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Salute e benessere

Devitalizzare un dente vuol dire asportare la polpa del dente, vale a dire la parte viva in cui passano vasi e nervi. Questa soluzione viene presa in considerazione quando i denti sono gravemente danneggiati da un trauma o da una carie profonda che è giunta fino alla polpa. 

In estrema sintesi, la devitalizzazione consiste in una terapia canalare che consente all’endodontista od all’odontoiatra di rimuovere la parte danneggiata, ripulire la parte corrotta, rimuovere i vasi e i nervi per poi riempire il tutto con un materiale capace di sigillare interamente il canale del dente. 

Questa pratica spesso consente di evitare una possibile estrazione, mantenendo il proprio dente ed evitando l’inserimento di un impianto. Infatti mantenere il dente proprio deve essere sempre la prima scelta. Gli impianti per quanto sono una valida alternativa nel sostituire un dente perso ancora non sono paragonabili al proprio dente.

Quando si deve devitalizzare un dente

Un dente deve essere sottoposto a terapia canalare quando la polpa, tessuto molle ricco di nervi e vasi sanguigni, si infiamma o si infetta causando forti dolori prolungati e un’elevata sensibilità dentale che rende difficile mangiare e bere anche cibi e bevande a temperatura ambiente.

Devitalizzazione: come si esegue

La devitalizzazione si esegue in tre fasi principali.

Rimozione della polpa

L’odontoiatra praticherà come prima cosa l’anestesia per addormentare la zona di interesse. In seguito, applica al paziente una diga in lattice. Si tratta di un foglio di gomma che lascia libero solo il dente da devitalizzare. Questa ha la funzione di isolare la zona per evitare che possa essere contaminata da batteri o scorie provenienti dalla saliva e dal cavo orale. Allo stesso tempo, protegge il paziente da materiale contaminato, agenti chimici, disinfettanti e dai frammenti organici.

Il dentista inizia la foratura della corona per arrivare alla camera pulpare. Per rimuovere la polpa fino all’interno del canale radicolare, utilizza un particolare strumento, la lima canalare, comunemente conosciuta come “tiranervi“.

Il dente, dopo la rimozione della polpa, viene lavato e disinfettato con potenti sostanze antibatteriche. Una volta che sia perfettamente ripulito, viene asciugato e si è pronti a passare alla fase successiva, il riempimento della cavità che era occupata dalla polpa.

Riempimento della camera pulpare

La polpa dentale viene sostituita con una specifica amalgama composta da materiale inerte e biologicamente non attivo (cioè sterile e non riassorbibile) che va a sigillare gli spazi lasciati liberi dalla polpa. Ancora oggi una delle sostanze più utilizzate è la guttaperca, una gomma di origine naturale. 

Ricostruzione del dente

La fase finale della devitalizzazione è la ricostruzione del dente. Può avvenire con l’applicazione e la modellazione di materiale composito, cioè utilizzando la stessa tecnica delle otturazioni. Dal momento che il dente devitalizzato tende a essere più fragile rispetto agli altri, l’odontoiatra potrà valutare, in determinati casi di proteggere il dente mediante una corona protesica, la cosiddetta capsula.

Cosa succede dopo aver devitalizzato il dente

Per giorni successivi all’intervento può capitare che il dente sia sensibile e dolorante, ma questa sensazione passa in poco tempo e comunque può essere tenuta sotto controllo con l’assunzione di farmaci.

Quello che è importante è evitare di masticare e mordere con il dente devitalizzato, almeno fino a quando non si sarà proceduto all’otturazione o all’incapsulamento. Il dente non ricostruito infatti è molto più fragile e quindi soggetto a traumi e fratture.

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Edward L. Krame